Visto che tutti quelli con cui condivido le pescate – sia ordinarie che occasionali – rimangono colpiti dal mio coltellino da sub e da come lo porto, cerco di spiegare il perchè di tale scelta ed il modo (molto semplice) di realizzarlo.
Nel ’96, quando cominciai a lavorare presso la piattaforma “Posidonia” la prima cosa che imparai dai colleghi veterani fu quale tipo di coltello usare e come portarlo. Può sembrare assurdo ma il miglior coltello da sub e’ quello da….Cucina!!!!! Economico, leggero e soprattutto sempre efficiente. Le lame inox, per quanto di buona qualità, tendono a perdere il filo anche dopo poche ore in immersione per questioni chimiche e fisiche (non sto ad ammorbarvi con l’elettrolisi o le forze dipolari) mentre i coltellini da carne o da pizza essendo dentellati e a lama fine rimangono sempre taglienti ed a prova di gomena.
Quando lavoravo in immersione lo portavo infilato in un semplicissimo pezzo di tubo di gomma agganciato al gav ma per l’apnea ho studiato un altro sistemino. Il coltello va montato in cintura, così eviteremo di avere appigli e nella malaugurata ipotesi (ma sempre possibile) di finire in un tramaglio basterà sganciare la cintura per diventare lisci come un’anguilla e scapolare tra le maglie.
Per asssemblare un coltello alla “pakkio” bastano poche cose. Un tubo di gomma (vedi anche “vidella”) della lunghezza della lama. Un coltello da cucina – ne ho comprato una intera serie in un supermercato a 6 € comprese le forchette -, 2 fascette di nailon, un classico piombo da sub. Ed acco a voi l’opera d’arte